Il paese delle facce gonfie
Alcuni avvenimenti restano nella memoria personale e collettiva in modo indelebile e possono segnare la propria visione del mondo. Nel luglio di tanti anni fa io e altri bambini guardavamo il
cielo nel timore che la nube tossica partita da Seveso potesse passare di lì. Era il 1976 e i disastri ambientali che
seguirono troppo spesso hanno ricordato quanto accaduto a Seveso.
“Il paese delle facce gonfie” racconta un disastro ambientale che avrebbe potuto essere evitato se si fosse dato ascolto a chi aveva a cuore la salute della gente. La voce è quella di un uomo che vorrebbe tornare bambino, quando le nuvole gli passavano sopra la testa ed erano desideri che aspettavano di prendere forma. Il bambino ritorna nel linguaggio e nello sguardo ingenuo e dissacrante sui avvenimenti.
La storia, i luoghi e i personaggi sono di fantasia, ma tornano alla mente gli eventi che hanno danneggiato e continuano a danneggiare salute e ambiente, a testimoniare che
poco si è imparato negli anni.
Paolo Bignami
di Paolo Bignami
con Stefano Panzeri
dramaturg Chiara Boscaro
regia Marco Di Stefano
assistente alla regia Cristina Campochiaro
responsabile tecnico Enzo Biscardi
con il sostegno di Teatro In folio/Residenza Carte Vive
testo Vincitore del Mario Fratti Award 2017 (New York, USA)
Dicono di noi #
Vincenzo Sardelli, KLP Teatro
Poldo ci ricorda che il teatro esercita una funzione civile anche quando parla sottovoce, non usa toni volgari o aggressivi, stempera la protesta in una sorta di realismo magico. Nel “Paese delle facce gonfie” la tragedia non è amarcord, ma monito verso la nostra epoca.
Leonardo Ravioli e Francesca Rigato, Stratagemmi
La fabbrica, da grande incubatrice, proliferante a distruttrice, di colpo cambia volto. Il sogno è infranto e non rimangono altro che erba secca, foglie gialle e morti da ricordare. Il pubblico, commosso, si guarda intorno, (…) e non può non sentirsi coinvolto e vicino al racconto. Nonostante l’assenza di riferimenti espliciti, la storia è tra noi.