Ionica
Ionica è la storia di Andrea Dominijanni, il primo testimone di giustizia della fascia ionico/catanzarese che, nel 2014, ha avuto il coraggio di denunciare otto capi cosca ‘ndranghetisti, da allora vive sotto scorta di massimo livello. La Calabria non si raggiunge facilmente: viaggi per centinaia di chilometri e ce ne sono più del doppio ad aspettarti. La Calabria non si comprende facilmente: ascolti centinaia di storie e ce ne sono più del doppio ad aspettarti. Anche i pranzi in Calabria non hanno mai fine, come la strada da fare e le storie da ascoltare e da scoprire. Sant’Andrea Apostolo dello Jonio è terra arida, difficile da coltivare e sofferente. Un’aridità presente da sempre non solo nelle zolle di terreno, ma anche nella società spaccata in mille pezzi, divenuta ormai polvere al vento.
La ‘ndrangheta è come un arto in cancrena che non ti lascia scelta: amputare e sopravvivere senza una parte di te, oppure lentamente essere divorato vivo. Andrea ha fatto la sua scelta e quel pezzo di sé che ha tagliato via gli ha fatto conquistare la libertà.
Per scrivere questo spettacolo ho vissuto per circa un mese insieme ad Andrea Dominijanni a Sant’Andrea Apostolo dello Ionio. Ho potuto sfiorare la sua quotidianità, la sua vita da recluso in casa, la sua meravigliosa famiglia e i pranzi infiniti.
Ionica è vincitore del premio Luna Crescente, del premio Endas Emilia Romagna Teatro Voce della società giovanile e del premio della giuria critica a Direction Under 30.
Di e con Alessandro Sesti
Musiche originali eseguite dal vivo Debora Contini – clarinetto, Federico Passaro – contrabbasso, Federico Pedini – chitarra
Disegno luci Marco Andreoli
Con il fondamentale contributo di Andrea Dominijanni, Giuseppe Dominijanni ed il commissario Luigi Portesi
Lo spettacolo è sostenuto da LIBERA associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
Dicono di noi #
Mario Bianchi KLP
Sesti, artista che già conoscevamo per la sua predisposizione riguardante la narrazione civile (“Fortuna” e “Luca 4,24”) ritorna ai temi che gli sono più congeniali narrando la storia di Andrea Dominijanni […] Il bellissimo finale, con la confessione di Andrea Dominijanni, ha il pregio di essere svuotato dalla facile retorica, inserendosi come parte di una sequenza cinematografica che ne approfondisce la valenza, sempre sottolineata da un accompagnamento musicale di grande suggestione. Ci piace notare come Sesti abbia raggiunto, con “Ionica”, una maturità espressiva che dovrà essere messa alla prova anche con altri tipi di performance, che gli permettano di uscire dalla “gabbia”, pur necessaria nei tempi che stiamo vivendo, della narrazione di impianto civile, per misurarsi magari con nuovi e più inaspettati percorsi.
Paola Belluscio – Ionica ci pone davanti a un fiume di parole, di sensazioni, di terribili presagi in una realtà complessa come quella della mafia, paragonata ad un tumore, all’interno di un contesto che vorrebbe essere semplice, come quello di una famiglia. Uno spettacolo che rende pubblica una vicenda il teatro può trasfigurare in racconto civile quando il corpo di una comunità si mette in ascolto con quella sensazione di spiazzamento di chi non vive queste situazioni in prima persona e di chi invece le vive con coraggio, decidendo di combatterle: “adesso però vi dimostro come uno scarafaggio può cambiare le cose”.
ROBERTA RESMINI PAC
Sul palco, insieme all’attore tre musicisti: Debora Contini al clarinetto, Federico Passaro al contrabbasso, Federico Edini alla chitarra. In scena solo una sedia e una giacca, a rappresentare il testimone di giustizia vero protagonista dello spettacolo. Musica e luci (a cura di Marco Andreoli) contribuiscono a creare l’atmosfera giusta alla narrazione. Uno spettacolo dal forte impatto emotivo, che scuote, fa arrabbiare e invita a saperne di più, ad approfondire e a parlare dell’argomento. Un esempio da portare sui palcoscenici di tutta Italia. Non per niente si aggiudica il premio del pubblico.
Premio Giuria critica Direction Under 30
Per l’universalità del tema e per la necessità di raccontare le storie di lotta alle mafie e per averlo fatto con consapevole e sapiente uso dei linguaggi della scena.